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Venti
I VENTI:
La terra ed il mare, riscaldati dal sole, cedono il calore
all'aria cui sono direttamente in contatto.
Questa, più leggera, sale verso l'alto, venendo
rimpiazzata da aria più fredda. Questo movimento
orizzontale ed ascensionale di masse d'aria è il
fenomeno del vento.
Queste differenze di temperature, che variano a
seconda delle stagioni, delle latitudini e dalla natura
del suolo, abbinate a variazioni di pressione,
originano grandi spostamenti di masse d'aria.
Questo avviene dal punto di maggiore pressione,
zona anticiclonica, al punto di pressione minore
(zona ciclonica) ed il movimento - il fenomeno del
vento - continuerà fino a che l'equilibrio non si sarà
ristabilito.
Si possono distinguere due categorie di venti:
venti locali o costieri (regimi di brezze): dovuti in
generale alle differenze di temperatura fra il mare e la
terra; venti sinottici: legati alla situazione
meteorologica e percorrenti lunghe distanze.
Per quest'ultimi, l'entità e l'intensità sono strettamente legate al gradiente barico: cioè quanto più ravvicinate
sono le isobare, tanto più è forte il vento, il quale, nel suo movimento, subisce tuttavia modificazioni dovute
alla rotazione terrestre. Tra i grandi venti associati alla deviazione per effetto della rotazione terrestre, sono gli
Alisei, (regolari e costanti) che soffiano ai tropici, ed i Monsoni, (periodici legati al corso delle stagioni) che
soffiano sull'India e su tutto l'Estremo Oriente.
Il vento è caratterizzato da velocità, direzione e struttura.
Velocità del vento.
Esprime il percorso medio compiuto dall'aria nell'unità di tempo e si misura in nodi ovvero in miglia marine
all'ora oppure, in meteorologia, in metri al secondo. Lo strumento utilizzato per la misura è l'anemometro.
In mare lo si fa per lo più a stima, assegnando al vento uno dei numeri (da O a 12) della Scala Beaufort, che
fornisce anche la forza del vento, e che a sua volta è connessa alla Scala Douglas del mare (da O a 9).
SCALA DOUGLAS DELLO STATO DEL MARE
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SCALA DEL VENTO dell'Amm. BEAUFORT
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Calma, il fumo sale verticalmente
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Calma, bonaccia. Superficie liscia.
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La direzione del vento è indicata dal fumo e non dalle banderuole.
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Il vento è percettibile al volto.
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Agita foglie e ramoscelli.
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Onde più lunghe con qualche frangente schiumoso.
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I rami cominciano ad ondeggiare.
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Onde definite con diffusa schiuma bianca.
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Agita rami grossi e i fili metallici sibilano.
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Onde più alte con estese zone spumeggianti.
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Agita alberi, difficoltà di camminare contro vento.
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Onde alte, violente, strisce di schiuma orientate dal vento.
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Rompe i rami degli alberi ed è impossibile camminare contro vento.
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Creste lunghe che si rovesciano e visibilità ridotta per gli spruzzi.
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Creste lunghe che si rovesciano e visibilità ridotta per gli spruzzi.
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Sradica alberi e danni ai fabbricati ( raro nell'entro terra).
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Onde immense e violentissime, il mare ribolle di schiuma
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Molto raro, causa estese devastazioni.
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Le onde sono talmente alte che le navi scompaiono alla vista.
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Direzione e denominazione del vento
La direzione è sempre quella di provenienza e s'indica in gradi partendo dal Nord. I venti sono indicati anche
come provenienti dai quadranti che, considerando la rosa dei venti, sono:
1° quadrante da 0° a 90° (da N ad E) - 2° quadrante da 90° a 180° ( da E a S) - 3° quadrante da 180°
a 270° ( da S a W) - 4° quadrante da 270° a 360° (da W a N).
Nella pratica sono molto usate le denominazioni fornite dalla rosa dei venti, anche se in Italia vengono più
spesso utilizzati nomi diversi derivanti dalla tradizione marinara mediterranea.
Tali denominazioni hanno in alcuni casi come punto di riferimento la posizione geografica del porto di La
Valletta a Malta; così il vento che proviene idealmente dalla Grecia assume rispetto a tale porto la direzione di
N.E. e viene chiamato Greco o Grecale; il vento di S.E. che invece spira dalla Siria viene detto Scirocco ed
infine il vento di S.W. prende il nome di Libeccio dalla Libia. Analoga spiegazione può essere data per il vento di
N.W. detto Maestro o Maestrale, per italianizzazione del termine francese Mistral, che è un vento delle coste
provenzali.
Le denominazioni sono:
Tramontana da Nord (0°) - Grecale da Nord Est (45°) - Levante da Est (90°) - Scirocco da Sud Est
(135°) - Ostro o Mezzogiorno da Sud (185°) - Libeccio da Sud Ovest (225°) - Ponente da Ovest
(270°) - Maestrale da Nord Ovest (315°).
Brezze (venti locali costieri).
Oltre all'azione dei venti principali, i mari e le zone costiere sono interessate solitamente nel periodo estivo dalle
brezze, che spirano con intensità debole in ore e direzioni determinate. Le brezze sono provocate dalla
diversità di temperatura fra terra e mare, a determinate ore del giorno.
Le brezze marine si distinguono in brezze di mare e di terra. Di notte ed al mattino si ha una corrente d'aria
che dalla costa va al mare (brezza di terra). La mancanza di questa brezza fa presagire l'avvicinarsi di tempo
cattivo da Scirocco ovvero calma di vento nella giornata seguente.
Nel primo pomeriggio si ha la brezza di mare che forma una corrente d'aria che dal mare va alla terra.
Raggiunge l'intensità massima verso le 16 per affievolirsi verso il tramonto.
Previsione del tempo in base alla lettura degli strumenti
Per fare delle previsioni dobbiamo essere in possesso dei dati della temperatura, dell'umidità e della pressione
atmosferica che ci sono forniti dal termometro (scala centigrada), per la misurazione della temperatura,
dall'igrometro (o lo psicrometro) per l'umidità (in percentuale) e per la pressione dal barometro aneroide,
graduato in millimetri o millibars.
Solitamente si dice che quando il barometro segna alta pressione è indice di tempo bello e stabile, più alto è il
valore più a lungo durerà il bel tempo, mentre se il barometro segna bassa pressione è indice di tempo brutto
ed instabile e più basso è il valore, più a lungo durerà il brutto tempo. La semplificazione vuole che se la
lancetta si sposta verso destra il tempo tende a migliorare, se si sposta verso sinistra il tempo tende a
peggiorare, se resta stabile non vi è variazione prossima del tempo. Ma teniamo presente che la scala
previsionistica che indica tempesta, pioggia, variabile, bel tempo, è puramente indicativa.
Per una valida acquisizione dei dati è importante che gli strumenti siano correttamente tarati ed usati secondo
le istruzioni che sono fornite all'acquisto. L'igrometro ed il termometro devono essere posizionati all'esterno,
per risentire correttamente delle variazioni, mentre il barometro può essere all'interno, ma deve essere tarato
con uno strumento ufficiale, come quello che normalmente ha ogni comune, che dovrebbe tenere conto
anche dell'altitudine s.l.m. dell'abitato.
Da questi strumenti è importante rilevare la tendenza barometrica, che si valuta con lancetta a mano,
acquisendo i dati ad intervalli di tempo regolari. In altre parole, se la pressione in 2-3 ore cala o cresce,
fornisce il seguente significato previsionistico:
- discesa lenta continua (alcuni mm al giorno): è indice di peggioramento del tempo;
- discesa rapida (alcuni mm in poche ore): è indice di temporale, di cattivo tempo;
- aumento lento continuo: miglioramento del tempo;
- aumento rapido (alcuni mm in poche ore): è indice di miglioramento temporaneo e instabile;
- pressione media e umidità normale (60-80%): tempo variabile;
- pressione alta costante, umidità normale: tempo bello;
- pressione bassa, umidità e temperatura alte: tempo cattivo;
- pressione in aumento, temperatura e umidità in diminuzione: tendenza a miglioramento;
- pressione in diminuzione, temperatura e umidità in aumento: tendenza a peggioramento.
Previsione del tempo in base al vento
La Rosa dei Venti
La rosa dei venti è una figura che rappresenta i punti cardinali: Nord, Sud, Est e Ovest e le direzioni da questi
determinate. Per il Mediterraneo è centrata a Malta.
Può essere raffigurata a 4 o ad 8 o a 16 punte.
La rosa dei venti più semplice è quella a 4 punte formata dai soli quattro punti cardinali:
Nord anche detto settentrione, mezzanotte, borea o tramontana
Sud anche detto meridione, mezzogiorno oppure ostro
Est anche detto oriente o levante
Ovest anche detto occidente o ponente
Tra i quattro punti cardinali principali si possono fissare 4 punti intermedi:
Nord-Ovest anche detto maestrale
Nord-Est anche detto grecale
Sud-Est anche detto scirocco
Sud-Ovest anche detto libeccio
Questi quattro uniti ai quattro punti cardinali formano la rosa dei venti a 8 punte.
Tra gli otto punti sopra individuati è possibile indicarne altri otto ottenendo così una rosa dei venti a 16 punte.
I nuovi otto punti sono in senso orario: Nord-Nord-Est, Est-Nord-Est, Est-Sud-Est, Sud-Sud-Est,
Sud-Sud-Ovest, Ovest-Sud-Ovest, Ovest-Nord-Ovest e Nord-Nord-Ovest. Volendo è possibile continuare le
suddivisioni raddoppiando di volta in volta i punti intermedi. Ai vari punti cardinali ed ai punti intermedi sono
associati anche altri nomi che identificano i venti provenienti da quelle direzioni, infatti sono anche nomi di
venti: tramontana, bora (vento gelido che soffia da est-nord-est), ostro (vento caldo che soffia da sud),
levante e ponente. È questa doppia corrispondenza tra punti cardinali e nomi di venti che genera il nome rosa
dei venti. La rosa dei venti è presente come immagine di sfondo in ogni bussola.
Esaminando la direzione e la forza del vento, si può prevedere la tendenza allo spostamento di pressione
atmosferica e la velocità di questa variazione.
Esaminando la direzione e la forza del vento, si può prevedere la tendenza allo spostamento di pressione
atmosferica e la velocità di questa variazione.
Previsione pratica in base alle nubi.
Salendo per effetto del riscaldamento, l'aria incontra man mano strati a temperature più basse, perciò il
vapore acqueo da essa trasportato si condensa dando luogo alla nebbia ed alle nubi.
Di solito nubi soffici e bianche, tendenti a mantenere la loro forma, precedono e coincidono con il tempo
buono e venti moderati. Quando l'aria, instabile, agita la massa delle nubi e le sfilaccia formando cirri o le
proietta in alto formando altocumuli è invece in arrivo tempo cattivo. In ogni caso, nubi a sviluppo verticale,
che corrono, sono sempre presagio dell'approssimarsi di una burrasca.
Internazionalmente le nubi sono classificate nei seguenti gruppi:
Cirri (Ci) - Cumuli (Cu) - Cumulinembi (Ch) - Strati (St.).
CIRRI =ci: le nubi più alte (7000-9000 m di quota), di aspetto chiaro e filamentoso; se immobili e rade
portano bel tempo. Se uncinate e trasportate celermente sono segni di cattivo tempo. Se hanno aspetto
granuloso, il cosiddetto "cielo a pecorelle", sono CIRRO-CUMULI. Se sono fitte prendono il nome di
CIRRO-STRATI e sono indice di cattivo tempo se si muovono velocemente sotto la spinta del vento
CUMULI = cu: sono le nubi intermedie (fino a 1500 m di quota) di colore bianco, di forme arrotondate e
luminose (batuffoli). Non dipendono da sistemi depressionari, sono indice di bel tempo, anche se soggetto a
variabilità, ma se sono grosse e pesanti possono portare pioggia.
CUMULO-NEMBI = ch: ammassi temporaleschi, con base scura simili al tipo precedentemente descritto, da cui
si sfrangiano creste e pioggia. I cumulonembi si delinea all'orizzonte come linea oscura e preludono al
temporale, con violenti scrosci di pioggia e anche grandine; dal momento in cui appare si può calcolare
mezz'ora per fuggire il temporale, che inizia sempre con raffiche di vento, a cui segue un forte calo di
temperatura e poi la pioggia.
STRATI = St: sono le nubi più basse (500-1000 m di quota) uniformi e grigiastre, simili ad un velo continuo;
sono generalmente indice di tempo stabile con assenza di pioggia.
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